Sentire

Sentire…

L’acqua che ci scorre addosso…
Il profumo di un fiore…
Una melodia lontana…
Un sapore che ricorda…
L’emozione di un colore….

Cosa vuol dire dunque Sentire?

Non c’è una risposta univoca a questa complessa esperienza: ma potremo partire da una semplice definizione per iniziare a comprenderne l’importanza.

La sensazióne [dal lat. tardo sensatio -onis, der. di sensus -us «senso»]. – 1. Ogni stato di coscienza in quanto sia avvertito come prodotto da uno stimolo esterno o interno al soggetto. (def. treccani)

Dunque la sensazione sembra essere il prodotto di uno stimolo esterno o interno al soggetto: eppure il profumo di un fiore cambia da persona a persona; una melodia può essere malinconica per qualcuno e dolce per qualcun’altro; un sapore può far affiorare piaceri lontani per qualcuno o disgusto per un altro.
Quindi non si tratta semplicemente di una risposta allo stimolo ma di un elaborazione complessa di questo: uno stato di coscienza che questo stimolo produce dentro di noi.

Questo stimolo che noi percepiamo, per divenire un sentire, deve avere un senso.

Ma alla base della nostra esperienza, alla base del nostro percepire, ci sono i nostri sensi.

Quello riportato di seguito è il ciclo dell’esperienza secondo la psicoterapia della Gestalt (gestalt significa forma).

Il ciclo parte da qualcosa di apparentemente molto semplice ma, in verità, assai complesso, poiché richiede attenzione, ascolto e consapevolezza.
Il ciclo dell’esperienza, per l’appagamento di un desiderio o di un bisogno, parte in primis dal chiedersi: Cosa Sento?

Per rispondere a questa domanda spesso ci basiamo su elucubrazioni mentali, ragionamenti arditi: ma “sento”, invero, richiama i sensi, questi sofisticati ricettori che animano il nostro corpo. Per esempio, attraverso i sensi, per incredibile che ci possa apparire, noi possiamo riconoscere l’apporto energetico e nutritivo del cibo. Una capacità interna intrinseca che, spesso, abbiamo perso proprio perché non prestiamo più un ascolto interno, profondo e completo ad essi.
Perché ciò richiede attenzione.
Perché ciò richiede ascolto.
Perché ciò richiede stare prima di fare.

Se i sensi ci permettono di raccogliere i dati  del mondo, di essere Sènsibili, è il nostro sentire, percepire internamente queste sensazioni, che gli da una forma: una forma di senso significativa per noi.

Infatti, attraverso i sensi acquisiamo informazioni; ascoltando e divenendo consapevoli di ciò che percepiamo, possiamo poi chiederci cosa vogliamo, come percepiamo queste sensazioni (anche alla luce di ricordi e passate esperienze), che valore hanno per noi; possiamo, quindi, scoprire di cosa abbiamo bisogno per poi scegliere le nostre azioni.

Dunque il sentire come ricerca di senso, i sensi come base del sentire.